Centrale di Montemartini

  • tipologia:
    Musei e aree archeologiche
  • quota:
    14m
  • anno:
    1912
  • epoca:
    Italiana


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Centrale di Montemartini

La Centrale Montemartini, sulla via Ostiense, fa parte del sistema dei Musei in Comune. Ospita circa 400 statue romane, già esposte ai Musei capitolini o recuperati dai ricchissimi depositi comunali, insieme a epigrafi e mosaici, in una straordinaria ambientazione di archeologia industriale.

La centrale termoelettrica
La centrale termoelettrica Montemartini fu inaugurata dalla giunta Nathan il 30 giugno 1912: era il primo impianto pubblico di produzione elettrica dell'allora "Azienda elettrica municipale" (oggi Acea). Fu intitolata a Giovanni Montemartini (Montù Beccaria, 1867 - Roma, 1913), teorico delle municipalizzazioni delle aziende di servizi di interesse pubblico e assessore al tecnologico, morto durante una seduta del consiglio comunale nel 1913.

L'azienda è situata appena fuori dalle mura e fuori dal rione Testaccio, in un comprensorio in cui l'amministrazione comunale aveva individuato l'area di sviluppo industriale della città, per la vicinanza del Tevere, della ferrovia e dell'asse viario Ostiense.

Nella zona furono insediati nel 1910 i mercati generali e l'officina del gas (fino ad allora prodotto in un'officina situata nella zona in cui fu poi scavato il Circo Massimo). Lì erano attive aziende manifatturiere e laboratori artigiani.

Dopo mezzo secolo di attività l'impianto fu riscontrato essere obsoleto; la produzione di energia elettrica fu interrotta nel 1963. Seguirono più di vent'anni di decadenza degli immobili, smontaggio delle macchine e vari riusi degli ambienti, finché l'Acea non decise di restaurare il corpo centrale del complesso, comprendente fra l'altro la sala macchine e la sala caldaie, conservando e restaurando le strutture murarie e alcuni dei macchinari che vennero ricollocati in situ (una turbina a vapore del 1917, i grandi motori diesel, altri macchinari), destinandolo a spazio per servizi direzionali e culturali. I macchinari furono forniti dall'azienda metalmeccanica Franco Tosi. L'intervento di recupero costituì un episodio di salvaguardia dell'archeologia industriale della città.

La storia
Nel 1995 la galleria lapidaria e diversi settori del palazzo dei Conservatori nei Musei capitolini in Campidoglio dovettero essere chiusi al pubblico, per permettere i lavori di ristrutturazione: le sculture furono esposte in alcuni ambienti dell'ex centrale elettrica Montemartini, inizialmente come sistemazione temporanea. Nel 2005, conclusi i lavori ai Musei Capitolini, molte sculture rimasero nella sede della centrale, che divenne sede museale permanente. Oggi Centrale Montemartini rappresenta uno dei più particolari musei del mondo grazie all'unicità della sua esposizione: Opere classiche dell'epoca romana esposte nel primo impianto pubblico di produzione di elettricità di Roma.

La collezione
La maggior parte dei reperti sono costituiti da pezzi provenienti dagli scavi portati avanti dopo l'Unità d'Italia, in particolare scavi relativi agli antichi horti romani. L'ordinamento espositivo mette in evidenza l'area di ritrovamento dei reperti e si articola in tre tematiche principali:

Roma repubblicana (la sfera religiosa e funeraria, l'introduzione del lusso nella sfera privata, la ritrattistica), nella "sala Colonne";
il centro monumentale di Roma (area del circo Flaminio, tempio di Apollo Sosiano, Campidoglio, area sacra di largo Argentina, teatro di Pompeo), nella "sala Macchine";
i giardini, le residenze imperiali e le domus (horti dell'Esquilino, horti Sallustiani, horti Spei Veteris a Porta Maggiore, mosaico di Santa Bibiana), nella "sala Caldaie".
L'allestimento è caratterizzato dall'intreccio di immagini di archeologia classica e immagini di archeologia industriale, con i macchinari della centrale che fanno da sfondo alle sculture (o viceversa, secondo i punti di osservazione all'interno della sala). Molto suggestiva la presenza inquietante dei due giganteschi ed ormai silenziosi motori Diesel della centrale, ognuno dei quali è solidale ad un alternatore, tutti simboli di quel secolo che ha visto l'avvento della maggior parte delle più straordinarie tecnologie dell'era moderna.

Tra le statue, due copie romane del Pothos di Skopas.

Bibliografia
Wikipedia - it.wikipedia.org


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Indirizzo:
Via Ostiense, 106, 00154 Roma RM, Italia

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