Convento di Trinità dei Monti

  • tipologia:
    Convento o monastero
  • quota:
    48m
  • anno:
    1502
  • epoca:
    Rinascimentale


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Convento di Trinità dei Monti

La chiesa della Santissima Trinità dei Monti è un luogo di culto cattolico di Roma, nel rione Campo Marzio, alle spalle della celebre scalinata di piazza di Spagna. La chiesa è officiata anche in francese dalla Comunità dell'Emmanuele ed è una delle 5 chiese cattoliche francofone di Roma, insieme con San Luigi dei Francesi, San Nicola dei Lorenesi, Sant’Ivo dei Bretoni e Santi Claudio e Andrea dei Borgognoni.


La prima parte della chiesa fu costruita tra il 1502 e il 1519 in stile gotico; la parte più antica, coperta da volte a crociera ogivali, è delimitata da una cancellata bronzea. Alla navata gotica, verso la metà del XVI secolo fu aggiunto un nuovo corpo di fabbrica, coperto da volta a botte, chiuso da una facciata ornata da due campanili simmetrici, opera di Giacomo della Porta e Carlo Maderno. La chiesa fu consacrata nel 1585 da papa Sisto.


Cappelle di destra
La prima cappella a destra (Altoviti) è decorata da un ciclo di affreschi sulle Storie di san Giovanni Battista di Giovanni Battista Naldini, autore anche della pala col Battesimo di Cristo. La seconda non ha decorazioni di rilievo, mentre la terza (di Lucrezia della Rovere) conserva un notevole ciclo di affreschi di Daniele da Volterra e aiuti. Secondo Vasari l'artista disegnò tutti i cartoni, mentre gran parte della stesura è da riferire agli allievi, molti dei quali però divennero poi artisti di un certo spessore. Al maestro spettano sicuramente l'Assunta sulla parete di fondo (1548-50) e la Presentazione della Vergine a destra. Al volterrano Giovanni Paolo Rossetti sono riferiti l'Annunciazione (lunetta centrale) e la Presentazione di Gesù al Tempio (lunetta sinistra), a Michele Alberti la Strage degli Innocenti (parete sinistra) e i Profeti nell'arcone (1553-60), a Gaspar Becerra la Nascita della vergine (parete destra), a Pellegrino Tibaldi e Marco Pino la volta e il sott'arco (scene bibliche e ignudi con alberi araldici Della Rovere).
Segue la cappella Orsini, con una pala del 1817 di Louis Vincent leon Pallière (Flagellazione) e le pareti decorate dai monumenti funebri del cardinale Rodolfo Pio da Carpi (1567 circa) e di Cecilia Orsini (1575), entrambi di Leonardo Sormani. Lo stesso artista è autore, con Prospero Antichi, degli stucchi nella volta, che incorniciano le Storie della Passione di Cristo di Paris Nogari (ante 1575). Il Nogari affrescò anche le lunette con la Flagellazione, l'Andata al Calvario, Profeti e angeli con la corona di spine (parete dell'altare). Le due cappelle seguenti sono affrescate da cicli di notevole interesse, ma di cui non si è ancora trovato il nome dell'autore. La quinta, del canonico di Besançon Pierre Marciac, è di un artista di cultura raffaellesca che probabilmente partecipò alla decorazione delle logge Vaticane (tra i nomi proposti Michele Alberti); la sesta fu invece decorata da un artista probabilmente umbro, vicino al Pinturicchio.


Cappelle di sinistra
In una delle prime cappelle a sinistra Daniele da Volterra lasciò nel 1541 un celebre ciclo di affreschi, tra cui la bellissima Deposizione, unanimemente considerata uno dei vertici del Manierismo. L'ottava cappella a destra (cappella Massimo) conserva invece un bellissimo ciclo di affreschi di Perin del Vaga (Storie dell'Antico e del Nuovo Testamento; 1537), completato tra il 1563 e il 1589 da Taddeo e Federico Zuccari. Il Battesimo di Cristo e gli affreschi della Cappella di San Giovanni Battista sono di Giovanni Battista Naldini (1580). In origine la chiesa conservava anche una pala di Jean-Auguste-Dominique Ingres.

Convento e vicinanze
Nel convento vanno ricordate la Galleria prospettica, affrescata da Andrea Pozzo con un singolare esempio di anamorfosi dipinta nel 1642 da Emanuel Maignan ritraente S. Francesco di Paola[2], e la Stanza delle rovine, del tardo XVIII secolo con affreschi la cui sensibilità è già figlia del Romanticismo, opera del francese Charles-Louis Clérisseau, un artista che terminerà i suoi giorni a San Pietroburgo, alla corte degli zar. Nel convento è presente una seconda pittura anamorfica dipinta da Jean François Niceron nel 1642 rappresentante S. Giovanni che scrive l'apocalisse[3] terminata poi da Emanuel Maignan. In uno dei corridoi del convento è stata realizzata dal Maignan una meridiana a riflessione[4]. La volta del corridoio riporta diversi tracciati (ora italica, ora francese, etc.) differenziati in base al colore. L'area su cui è edificata la chiesa fu acquistata da San Francesco di Paola per realizzarci il convento dell'Ordine dei Padri Minimi. Il terreno fu venduto dai nobili veneziani Barbaro, come risulta dall'atto di acquisto ancora reperibile mentre non risulta documentabile il mito di un contributo reale francese alla sua edificazione. Infatti le pretese francesi di imporre un'influenza alla zona della Trinità dei Monti datano fin dal XVI secolo; nel XIX secolo anche l'Accademia di Francia fu trasferita poco lontano, nell'adiacente Villa Medici. Nonostante credenze popolari la celeberrima scalinata, inaugurata da papa Benedetto XIII nel 1725, fu realizzata da Francesco De Sanctis (terminata nel 1726) essenzialmente con finanziamenti privati (il legato del diplomatico Etienne Gueffier) e non della famiglia regnante in Francia, per segnare così con adeguata pompa e fasto barocco il termine della città e l'inizio degli orti, precedentemente occupato dal viridiario dell'Olmata. La chiesa presenta su un campanile un orologio e sull'altro una meridiana. La scalinata di San Sebastianello Davanti a Trinità dei Monti, l'anno 1788, papa Pio VI fece innalzare dall'architetto Antinori l'Obelisco Sallustiano, il penultimo dei grandi obelischi innalzati nella Roma papale, realizzato in epoca romana imperiale ad imitazione degli obelischi egiziani.

Bibliografia
Wikipedia - it.wikipedia.org


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Indirizzo:
Piazza della Trinità dei Monti, 3, 00187 Roma RM, Italia

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